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In questa sezione del sito abbiamo raccolto alcune lettere di pazienti di Enzo (sono stati omessi i nomi delle persone)
 
Dott. Piccinini,
il suo forte abbraccio di ieri mi ha dato una carica di fiducia e di coraggio. Nella mia precaria situazione molto conta per me avere sentito una sincera e affettuosa condivisione.
Grazie
 

A Enzo e ai suoi collaboratori,

Vi siamo riconoscenti per la dedizione con cui ci avete accompagnato nella circostanza dolorosa della malattia di nostro zio; avete aiutato noi ed i nostri famigliari a scoprire come anche una tale avversità possa svelare la novità di uno sguardo più umano nei rapporti e in tutta la vita.

Sinceramente grati

Gent.mo Dott. Piccinini,

. In questo tempo in cui nostra figlia è stata ricoverata ci sono stati tanti momenti in cui avremmo desiderato comunicare a Lei i sentimenti che ci riempivano il cuore. Prima di tutto per ringraziarla. Prima dellintervento eravamo sì fiduciosi, ma non senza molta apprensione non comprendendo la vastità dellintervento chirurgico di cui le avevamo chiesto di occuparsi. Ora siamo più certi che per e per noi è stato un bene averLa conosciuta e anche per il futuro, dopo lesito degli esami istologici, ci sembra di essere più capaci di stare di fronte a ciò che ci sarà dato. In secondo luogo, vogliamo raccontarLe anche che lì da lei (comprese tutte le persone che con Lei collaborano e ci ha sorpreso molto trovarvi così famigliari gli uni agli altri) ci siamo sentiti ascoltati e accolti perfino attraverso uno sguardo, proprio come se le nostre famiglie si fossero allargate a tutti voi. E anche gli altri ammalati e i loro famigliari, nonostante le poche parole scambiate spesso sottovoce, erano parte di questo clima fatto della lieta certezza di essere in buone mani.Con sincera riconoscenza e pregando Dio che La conservi e laiuti sempre

 

A Enzo e ai suoi collaboratori,

provo a scrivervi per ringraziarvi di quanto avete fatto per me e per raccontarvi come assieme agli amici abbiamo vissuto questa vicenda della malattia. Nella settimana degli esami e soprattutto quando Enzo ci parlò della gravità del male, dopo il primo timore ho avuto chiaro che il Signore non poteva volere per me una cosa così cattiva. Era evidente nella mia vita che il Signore mi ama ma eravamo di fronte a una prova. Dovevamo stringerci assieme (io mio marito e gli amici) per sostenerla. Tutte le volte che piangevo soprattutto quando avete iniziato a parlare dellesame istologico o della chemioterapia, per caso arrivava qualcuno della Fraternità così che il peso diveniva più lieve per la condivisione. Mi accorgo con stupore che in queste settimane dominante non è stata la cattiveria e la bruttezza della malattia, ma la coscienza di essere nelle mani di un Altro Misericordioso. Scusate di queste parole Grazie a voi che siete state le braccia più concrete di questa provvidenza. Grazie della vostra competenza, della vostra capacità di avere osato tanto, di non aver mollato. Io ho capito lenormità dellintervento solo quando ho visto nellistologico lenormità della metastasi epatica. Grazie ai tuoi collaboratori per essermi stati sempre vicini, avermi spiegato tutto, avermi fatto compagnia, aver compreso i miei sconforti e avermi sopportato quando mi spazientivo. Grazie a te Enzo per la serietà, la severità e la paternità con cui mi hai seguito. Comunque credo che non ci sia un modo adeguato per ringraziarvi, tuttavia, e ve lo scrivo con timore, vi auguro di sperimentare sempre di più nella vostra vita questa consegna fiduciosa nelle braccia di una Altro che rende la vita più umana, centuplicata nei doni.

Grazie di tutto

(p.s.: la paziente giovane madre di 4 figli è deceduta dopo due anni dallintervento)